Alle soglie dell’autunno e della ripresa “completa”, con tante incognite, ci chiediamo come sarà il futuro nei prossimi mesi. Come prevedere, affrontare, gestire le cose che ci porterà?
Prendendo spunto da [1], dove si definisce, con una metafora tipica da appassionati di Star Trek, VUCAniano chi sa gestire progetti in un mondo VUCA, possiamo chiamare VUCAno tale mondo. La sigla VUCA, già trattata in un precedente articolo, fu usata per la prima volta nel 1987 negli USA, a partire dalle teorie definite in [2]. VUCA è l’acronimo di Volatility (Volatilità), Uncertainty (Incertezza), Complexity (Complessità), Ambiguity (Ambiguità) e viene usato spesso in contesti come la strategia militare, la gestione d’impresa o il Project Management.
Applicando la sigla con gli aggettivi possiamo quindi caratterizzare VUCAno come un mondo Volatile, Incerto, Complesso e Ambiguo. Le caratteristiche espresse da questi aggettivi erano già presenti prima in molti settori, ma un evento previsto da pochi (e a cui nessuno era realmente preparato tranne pochissimi) ha dato una enorme accelerata alle tendenze in atto. Vediamo i dettagli con qualche esempio.
- Volatile: la dinamica dei cambiamenti è diventata velocissima e turbolenta. Le situazioni, gli scenari, hanno spesso durata non prevedibile a priori ed il cambiamento può essere rapidissimo. Basta pensare a tutto quello che è accaduto in Italia a partire dall’inizio della pandemia.
- Incerto: poco prevedibile, difficile da comprendere. I cambiamenti in atto, dalla necessità di mettere milioni di lavoratori in smart working in pochissimi giorni, a quello di rivoluzionare le nostre abitudini sociali, sono difficili da comprendere (e, molto spesso, anche da accettare).
- Complesso: Un contesto è tanto più complesso quanto più i fattori da considerare sono numerosi, diversi tra loro e tante e interconnesse sono le relazioni tra gli elementi. Solo a titolo di esempio, pensiamo a quanto avvenuto nelle nostre imprese agricole quest’anno durante la stagione della raccolta…
- Ambiguo: non chiaro e interpretabile in modi diversi da diverse persone. Pensiamo solo ai tanti pareri sul virus, sulle cure, sulle iniziative da intraprendere (o da non intraprendere)…
In sostanza, la pandemia ci ha portato di colpo su VUCAno, ossia un mondo dove le caratteristiche espresse dai 4 aggettivi sono la realtà quotidiana. Dove, di colpo, sono venute meno le certezze. Dove modi di operare che hanno portato aziende al successo e permesso loro di mantenersi in tale situazione per decenni sono stati semplicemente spazzati via.
Quindi prendiamo atto che il mondo in cui siamo entrati è Volatile, Incerto, Complesso e Ambiguo…
E allora cosa facciamo? Come può un’azienda operare in un mondo così?
Intanto occorre tenere presente che certe regole sociali e di psicologia di massa, verificatesi anche in occasione di eventi analoghi nel passato, continuano a valere, a dispetto del nostro sentirci “diversi” in quanto facenti parte di una “società tecnologica”. Quindi non scordiamo le Lezioni della Storia.
E poi è il momento di applicare su scala più vasta metodologie organizzative e tecniche che hanno dimostrato di funzionare bene in ambienti VUCA ristretti.
In primo luogo i concetti di Agile e Snello (Lean), in troppi casi ridotti a semplici patine di cui talune aziende si sono rivestite per motivi di immagine, ma senza viverli per davvero. E, strettamente connessi con essi, le tecniche di analisi e valutazione del rischio e di miglioramento continuo (parte fondamentale della norma ISO9001:2015).
In sostanza, le aziende (e non solo…) non si possono più permettere inefficienze, gestioni non oculate, burocrazia interna eccessiva e i conseguenti tempi lunghi per prendere le decisioni. Ne va della loro stessa sopravvivenza.
Occorre applicare dei cicli di azione brevi, tali da generare valore, ma allo stesso tempo in grado di minimizzare il rischio che le condizioni al contorno, ossia quanto è esterno all’azienda, cambi durante il tempo del ciclo, riducendo o addirittura vanificando il valore generato.
Occorre introdurre l’adattabilità al mutamento esterno nelle logiche di miglioramento continuo, che i sistemi di gestione qualità come la ISO9001 richiedono, ma che troppo spesso sono disattese.
Occorre finalmente trasformare in senso digitale i trattamenti delle informazioni interni alle aziende, per migliorarne l’efficienza da un lato, aumentando di conseguenza l’efficacia e l’efficienza di tutti i processi, e per usare le informazioni per generare conoscenza che consenta di prendere decisioni strategiche sul futuro con saggezza dall’altro.
E, al di là delle risorse economiche necessarie per intraprendere questa strada, il problema è a monte. Solo poche aziende oculate hanno in passato compreso l’importanza di questi modi di pensare. E quindi hanno investito il necessario per portarli dentro l’azienda. La maggior parte di queste aziende stanno resistendo bene alla crisi. E, in alcuni casi, con la fortuna di operare in settori particolari poco toccati dalla crisi o di produrre beni resi necessari dalla crisi, oggi hanno addirittura ampliato il loro fatturato e si stanno espandendo.
Bibliografia
[1] Marco Caressa – L’invasione dei VUCAniani – https://www.linkedin.com/posts/marcocaressa_projectmanagement-pmitalia-marcocaressa-activity-6608697346123419648-hWRl/
[2] Warren Bennis e Burt Nanus – Leaders: Strategies for Taking Charge (1985)