L’insieme delle cose
Nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2021 che ricorre oggi, Papa Francesco ribadisce il concetto, già espresso anche nella Enciclica “Laudato Sì” del 2015, di insieme delle cose, affermando, fra l’altro che “Pace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse” e non trattabili separatamente in modo adeguato. Questa è una visione complementare, espressa secondo il punto di vista del capo spirituale di una religione, dell’approccio olistico di cui si parla molto negli ultimi anni in vari ambiti.
In particolare, in un contesto aziendale, il punto di vista è quello della scienza olistica, ossia l’interpretazione della realtà come il prodotto di una complessa e reciproca interazione fra le sue parti costituenti. Quindi un approccio sistemico integrato.
L’azienda come insieme di parti e come parte di un sistema
L’azienda, infatti, è costituita da tante parti, per esempio la produzione, l’ufficio acquisti, l’ufficio vendite, il controllo di gestione, i sistemi informativi… Per ottenere un’azienda ben funzionante la direzione deve non soltanto avere delle singole parti ben funzionanti, ma anche una efficiente ed efficace interazione fra di loro. Se, ad esempio, la produzione non è ben coordinata con l’ufficio acquisti esiste il rischio concreto di rimanere senza alcune materie prime o componenti necessari per la produzione stessa. Analogamente, se l’ufficio vendite funziona molto bene ma non si coordina adeguatamente con la produzione, e, soprattutto, non tiene conto dei tempi necessari per la produzione stessa, può diventare necessario inserire momenti di superlavoro, i cui costi aggiuntivi possono vanificare i maggiori ricavi delle vendite. Oltre che, qualora queste situazioni si ripetano troppo spesso, ingenerare malcontento e volontà di andarsene fra le persone che lavorano nella produzione stessa, soprattutto fra quelle con le maggiori capacità.
Analogamente l’azienda fa parte del sistema socio-economico di un paese, o di un continente, o addirittura mondiale. E quindi la sua filiera di approvvigionamenti può estendersi a paesi molto lontani, e altrettanto la sua catena di clienti. E quindi un evento locale (ad esempio, un incidente che blocca la produzione di componenti elettronici in una fabbrica dell’estremo oriente) può riverberarsi, attraverso la filiera degli approvvigionamenti, anche su un’azienda italiana. A maggior ragione eventi regionali o globali, come disastri naturali o la disastrosa pandemia che stiamo ancora vivendo, hanno molti effetti sulle filiere commerciali di tantissimi tipi diversi di aziende.
Ad esempio, il crollo dei viaggi e del turismo ha colpito prima di tutto le compagnie aeree, le crociere e le agenzie di viaggio, per poi colpire duramente gli alberghi, i ristoranti (sia legati al settore turistico, sia ai viaggi di lavoro ed in particolare la pausa pranzo), e tutto l’indotto dei luoghi turistici, in particolare le città d’arte. E questo sta provocando effetti a catena in tutte le aziende che sono fornitori diretti o indiretti di filiere legate al turismo. Lo stesso vale in moltissimi altri settori, anche con effetti positivi, come nel caso dei fornitori di sistemi informatici di connessione utili per il lavoro da remoto.
Come agire per il futuro
Per tutti questi motivi è importante per l’azienda fare valutazioni della situazione del proprio mercato, dei propri approvvigionamenti e della propria robustezza e resilienza rispetto a situazioni potenzialmente dannose. E allo stesso tempo valutare la propria struttura ed organizzazione interna, per esempio attraverso un’analisi dei propri processi o dei propri componenti come centri di servizio. Il mercato e l’intera società sono sempre più VUCAniani (ossia Volatili, Incerti, Complessi ed Ambigui, come spiegato in questo articolo) e le aziende e le organizzazioni non possono più permettersi punti di debolezza.
In sostanza occorre procedere secondo diversi passi:
fare una analisi del contesto dei clienti dell’azienda, in particolare
- identificare chi sono i clienti dell’azienda,
- in base a quali motivazioni acquistano prodotti e/o servizi da noi,
- quale è il valore che attribuiscono ai nostri servizi (e che quindi costituisce un fattore di fidelizzazione)
- quali rischi esistono di perdere i clienti (per cause socio-economiche, per concorrenza, per altri motivi…)
- come si può fare, quanto costa, e in quanto tempo si possono generare nuovi clienti
- Identificare come sono strutturate le catene di fornitura,
- Che costi hanno
- Da quali fattori dipendono (es. trasporti e logistica, situazioni socio-economiche di una nazione estera…)
- Quali rischi esistono di interruzione di tali forniture
- Identificare rischi generali e “trasversali”, in particolare
- Rischi per la sicurezza delle proprie informazioni (ad esempio, dati personali, patrimonio di proprietà intellettuale aziendale…)
- Sicurezza dei propri sistemi IT (ad esempio, telecomunicazioni, gestionali, basi di dati) ed impatto di un loro blocco sulle normali operazioni di lavoro
E poi analizzare il contesto interno dell’azienda, per esempio
- I reparti sono fra loro coordinati?
- Che rapporto esiste fra di loro in termini di volontà di collaborazione, fiducia reciproca, capacità di visione di insieme dei coordinatori dei singoli reparti…? E come funzionano i reparti al proprio interno, che “clima si respira”?
- In quanto tempo è possibile cambiare una produzione o generare un nuovo tipo di servizio?
- Più in generale, che tempi di reazione esistono a situazioni/eventi esterni più o meno impattanti, come la attuale pandemia?
- Quanto costano le operazioni? Come fare a ridurre i costi interni?
- Come si pone l’azienda rispetto al territorio in cui opera?
È interessante notare che aziende italiane più o meno note al grande pubblico come Dallara, Loccioni, o il Gruppo Maps, che non sono state quasi toccate dalla crisi ed hanno continuato ad espandersi e consolidare il proprio business, da tempo seguono questo approccio, sia verso l’esterno, sia al proprio interno.
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Che il 2021 sia un buon anno, con serenità nella vita e produttività nel lavoro!