La realtà è complessa, a tutti i livelli.
Un modello è una versione semplificata della realtà, di cui conserva alcune caratteristiche, magari ponendole in evidenza. Un modello può essere usato per tanti scopi, ad esempio, per comprendere la realtà, per prendere decisioni sulla realtà ed intraprendere azioni, oppure per condividere una interpretazione della realtà fra più persone.
Ognuno di noi percepisce la realtà attraverso i propri sensi (vista, udito, olfatto, gusto e tatto nelle sue varie “sotto parti” esterne, come pressione, calore, ecc. ed interne, come la propriocezione, ossia la posizione del nostro corpo nello spazio), nel sistema nervoso (principalmente nell’encefalo) questi vari canali sensoriali vengono combinati insieme per darci una rappresentazione interiore del mondo e della realtà del momento che stiamo vivendo. In funzione del momento e di quanto stiamo facendo le informazioni di alcuni di questi input possono essere trascurati, altri deformati ed altri ancora posti in evidenza [1].
Ad esempio, nello sport, quando un giocatore di calcio si appresta a tirare il calcio d’angolo, osserva con attenzione per un breve tempo la posizione dei suoi compagni e degli avversari e stima quale sia il punto migliore per fare arrivare la palla con il suo calcio. Tutte le informazioni percepibili sui giocatori, sul campo, sulle righe, magari non tracciate benissimo, vengono filtrate, lasciando solo quelle importanti per lo svolgimento del calcio d’angolo e l’incremento delle probabilità che esso conduca ad un goal, come per esempio la distanza dalla porta della testa del miglior attaccante.
In un contesto aziendale, quando viene imballato manualmente un prodotto inserendo foglioline di polistirolo (molto spesso chiamate “cipster”, con una evidente analogia alimentare), eventuali piccole variazioni della loro forma sono ignorate, perché non rilevanti per lo scopo del loro uso nell’imballo.
Cosa guida nello stabilire quali informazioni sono rilevanti e quali no? L’esperienza precedente, acquisita nel passato ed immagazzinata nella nostra memoria. Quindi possiamo definire (con un modello molto semplificato) il nostro processo di interazione col mondo con questa sequenza:
- Raccolta di input sensoriali (esterni ed interni)
- Analisi situazionale legata a quanto è accaduto nei momenti precedenti (se c’è stato un cambio di situazione quest’analisi richiederà un tempo maggiore)
- Selezione (pressoché automatica ed inconscia) degli input più importanti
- Analisi di tali input in base al confronto con i nostri “programmi” interni, originali dalle nostre esperienze del mondo
- Decisione sulla azione da intraprendere
- Messa in opera di tale azione
Quindi fare modelli della realtà è un fatto naturale, che noi svolgiamo abitualmente ogni giorno. Le nostre stesse esperienze producono nel corso del tempo un modello del mondo nella nostra mente (da taluni autori chiamato “mappa mentale” [2]), che filtra gli input sensoriali e contribuisce al riconoscimento di situazioni simili vissute in precedenza e alla messa in opera di comportamenti ad esse associati (generalizzazione), permettendoci, ad esempio, di riconoscere una porta e di sapere come aprirla.
Le decisioni (e quindi le conseguenti azioni) sono prese in base ai modelli creati nella nostra mente, NON alla realtà “oggettiva” [2]. La semplificazione della realtà percepita è fondamentale per giungere a decisioni in tempi utili per la sopravvivenza. Ad esempio, se un uomo nella savana vede le erbe muoversi a un paio di centinaia di metri di distanza deve essere in grado tempestivamente di capire se si tratta di un leone o di una gazzella (sperando, nel caso del leone, che il vento non soffi verso il leone…).
I modelli che usiamo nel nostro lavoro possono essere di molti tipi. Ad esempio, modelli iconici come il CAD nella progettazione di edifici o di componenti meccanici. Di particolare importanza sono i modelli numerico-matematici usati per le previsioni meteo, per la descrizione di fenomeni fisico-chimici, di tecnologie ecc. L’avvento dei computer ha consentito di realizzare modelli molto complessi, che riescono a dare indicazioni sulla evoluzione dei sistemi reali di cui sono una espressione semplificata.
La costruzione di modelli appropriati è di fondamentale importanza per ogni aspetto della vita aziendale. Quando devono essere prese decisioni strategiche, magari in tempi molto brevi, è necessario disporre di poche informazioni importanti che esprimono lo stato corrente (quindi di modelli semplificati molto significativi).
La scelta delle giuste informazioni è quindi vitale per il presente ed il futuro dell’azienda. Cruscotti aziendali ed insiemi di Indicatori Chiave di Performance (KPI) sono tra i sistemi più usati.
Bibliografia
[1] Giulio Destri e Natalia Robusti – Parliamo di modelli, mappe e innovazione. Percepire equivale a comprendere? – https://mapsgroup.it/modelli-intervista-giulio-destri/
[2] Dr. Richard Bandler, Dr Glenda Bradstock, Owen Fitzpatrick – Pensa in Modo Intelligente – EKIS Edizioni, 2019